La mia Traversata delle Alpi Apuane

“Per uno come me che ama la montagna un sogno nel cassetto era attraversare la catena montuosa di casa, le Alpi Apuane. In molti si incamminano in questo viaggio tutti gli anni in estate impiegando da 2 (quelli veloci) a 5 giorni (quelli tranquilli) ma io volevo fare qualcosa di diverso che in pochissimi (un pugno di persone) hanno mai fatto, ovvero farla in giornata!”
Nasce così l’idea, dentro di me, di pianificare il collegamento dei vari sentieri che portano dal Rifugio Carrara al paese di Casoli nel comune di Camaiore. Un po’ aiutato da internet un po’ dalla mia profonda conoscenza del territorio e in breve trovo il giusto itinerario da seguire.

 La mia preparazione è costante e nell'inverno precedente faccio 30 uscite di scialpinismo in 3 mesi, che in pratica si riassumono in una media di un'uscita ogni 3 giorni e questo mi prepara ai grandi dislivelli che dovrò affrontare e poi corro corro e ancora corro durante la settimana, principalmente la sera quando esco dal lavoro, spesso facendo tratti molto lunghi come da Massa a Viareggio per creare il fondo necessario alla preparazione del mio obbiettivo ed è così che arriviamo alla bella stagione di Giugno e al primo caldo e previsioni di due giorni di alta pressione non mi faccio scappare l’occasione e programmo la mia traversata per Giovedì 3 giugno 2021.

Il racconto della traversata

Ore 4:00 DRIIINN!!!! Comincia così la mia lunga giornata.
Alle 5:30 lascio alle mie spalle il Rifugio Carrara e da subito comincio a correre, mi sento bene riposato e in forma, attraverso i Prati di Campo Cecina e mi dirigo verso le pendici del monte sagro seguendo il sentiero 173 che porta alla Foce del Pollaro, questo tratto è molto esposto e non corro per non rischiare, raggiunta la foce continuo sempre su sentiero per dirigermi a Foce Rasori e intanto intorno a me tutto comincia a tingersi di un rosso vivo dato dal sorgere del sole, bellissimo comincio a sorridere e dentro di me mi sento felice ma questa inebriatezza mi fa commettere un errore ed infatti sbaglio una traccia che mi porta a circa 1 km di distanza dal bivio che avrei dovuto prendere, pazienza mi dico e con determinazione ritorno sui miei passi e imbocco il sentiero corretto il n°186 che mi porta da prima alla Finestra del Monte Grondilice dove davanti a me si apre la Val Serenaia, bellissima, dall’alto noto che è ancora macchiata dalla neve che l’inverno ha portato abbondantemente sulle nostre Apuane, e poi giù tutto d’un fiato fina al Rifugio Orto di Donna che in questo periodo è chiuso (come tutti i rifugi apre soltanto il fine settimana) ma poco male perché Stefania, la rifugista, che nei giorni precedenti avevo sentito e che sapeva di questa mia traversata mi ha lasciato nascosta una bottiglia da 2 litri d’acqua…fantastica!!!!
Faccio la mia prima pausa di pochi minuti, mi tornano alla mente gli insegnamenti del mio preparatore Paolo Barghini che mi ripeteva sempre, le pause vanno fatte brevi non più di 15 minuti e cosi faccio e la direzione a questo punto e Foce di Cardeto via sentiero 179, sentiero si fa per dire, si perché in questa zona è ancora presente molto neve e tutte le tracce sono coperte ed è qui che mi tornano molto utili le mie capacità tecniche sia per quanto riguarda l’individuazione della direzione da seguire che nel tipo di terreno impervio da affrontare, indossando delle calzature da corsa non sono proprio il massimo per la neve, questo mi ritarda, sulla tabella di marcia, ma continuo a non scoraggiarmi e mi faccio forza, del resto ci può stare un inconveniente, ed è cosi il Passo della Focolaccia diventa il mio primo traguardo dopo le difficoltà incontrate.
A questo punto mi dirigo verso la cima del Monte Tambura attraverso la lunga cresta della Focoloccia segnata con sentiero esposto ma non difficile n° 148, una bella foto di vetta e giù lungo il versante sud-est della montagna fino al suo passo dove incontro due escursionisti con cui scambio due parole, mi fa piacere dire chi sono a cosa sto facendo mi da un senso di sicurezza, del resto non si sa mai, in montagna e sempre bene essere ben rintracciabili, ho dimenticato di dire che faccio parte del Soccorso Alpino Nazionale nella sezione di Massa e quindi so bene quanto sia importante essere ritracciabili durante un’escursione (figuriamoci in una traversata), saluto i due amici e scendo lungo la Valle di Arnetola seguendo la via Vandelli versante garfagnino tracciato n°35 del CAI e scendo per parecchi metri di dislivello, fino ad incontrare il bivio per il sentiero n° 31 che porta di nuovo in alto a Passo Sella, alzo la testa e vedo quello che non avrei mai voluto vedere, in pratica una valanga, questo inverno, ha abbattuto in quel punto centinaia di alberi che coprivano interamente tutto il sentiero, per fortuna di neve non ce n’è più ma in compenso ho dovuto fare un lungo tratto come Tarzan, saltando, arrampicandomi, schivando rami e strisciandoci sotto….
avrei voluto urlare e dentro di me comincio a dubitare se realmente sarei riuscito nella mia impresa, ma di certo non sono scarso di determinazione a così continuo nella mia ascesa con fatica riesco a guadagnare Passo Sella dove altri escursionisti si intrattengono facendomi diverse domande sul mio percorso, sono molto evasivo del resto devo rimanere concentrato e quindi saluto educatamente e riparto velocemente in discesa lungo la strada marmifera verso il paese di Arni tracciato n° 31 del CAI, dove faccio un ulteriore rifornimento di acqua (siamo a 8 litri!) imbocco la strada asfaltata che in pochi km mi fa imboccare il sentiero 128 in direzione Puntato. Ormai la fatica si fa sentire, siamo a 30 km, il caldo è forte e anche la salita non è da meno però il Puntato arriva velocemente e lasciando la caratteristica chiesetta alle spalle cerco di arrivare il prima possibile a Mosceta dove ad attendermi c’è il mio zaino che il giorno prima avevo portato e che gentilmente l’amico Piero che li lavora, mi ha fatto mettere nel ricovero attrezzi del Rifugio.
Sono le 16:00 e sono all’interno del bivacco invernale del Rifugio Del Freo metto a scaldare l’acqua per prepararmi un piatto caldo a base di riso liofilizzato ed intanto ingurgito 2 scatolette di simmenthal velocemente mangio il mio riso e mi butto giù su di una panca a riposare, mi sento rilassato e riesco anche a addormentarmi per 15 minuti la sveglia dell’orologio suona e stranamente mi sento benissimo, dentro di me dico “Ma com’è possibile? Dai Massy ce la fai parti adesso!!!”

Velocemente mi cambio mi asciugo per bene e mi sento nuovo sono al km 35 me ne mancano ancora 25 circa e so che ce la posso fare… pronti, viaaaaa!

Sentiero 125 in direzione Foce di Valli sentiero molto esposto e per niente banale, li bisogna mettere bene i piedi, non si può rischiare d’inciampare altrimenti, ciaoo!!!
Al caratteristico albero della Foce di Valli imbocco il senitero 131 e li comincio a correre che sembravo pagato, mi sento bene e appena vedo la Foce di Petrosciana una forte scarica di adrenalina mi inebria dentro facendomi sognare l’arrivo, mi incito internamente come se incitassi un’altra persona il sorriso mi segna il volto e i brividi mi pervadono dentro mi sento felice e la stanchezza viene a meno, così seguendo il sentiero 109 dalla foce delle porchette arrivo al Rifugio Alto Matanna e in un attimo attraversando i suoi alpeggi di mucche sono alla Foce del Pallone (CAI n°3) a quel punto il gioco è fatto mi manca poco, Foce del Termine via sentiero 101 e giù a tutta verso Casoli nel comune di Camaiore che raggiungo dopo 60 km dalla partenza con 4500 metri di dislivello positivo e circa 80.000 passi, sono le 21:00 in punto ed ho impiegato 15 ore di cui 13 di movimento continuo, scoppio in un pianto liberatore ed urlo “CE L’HO FATTAAA!!!!”

Questo è il racconto di una piccola ma per me grande impresa che è stata resa possibile grazie al grande amore che provo per le montagne di casa, le Alpi Apuane, che per un intero giorno mi hanno accompagnato e che mi hanno permesso il loro attraversamento.

Non dimenticherò mai le emozioni provate.
Almeno fino alla prossima impresa ovviamente.


Ceragioli Massimiliano - Max

Il racconto della traversata sui media e giornali locali

Max Ceragioli in escursione estiva sulle Alpi Apuane

Apuan Xtreme 24

Questa non è una semplice traversata delle Alpi Apuane, vi propongo qualche cosa di più grande, una sfida fantastica che ha il sapore di altri tempi, ovvero la traversata integrale delle Alpi Apuane in un solo giorno, in 24 ore, scopriremo le grandi montagne che compongono questa catena le attraverseremo e su alcune di esse arriveremo in cima.

Un sfida con se stessi per immergersi in maniera totale in quello che è questo magico mondo.

Non correremo ma non faremo nemmeno tappe di pernottamento, ci fermeremo a rifocillarsi e poi via per continuare il nostro viaggio.

La Guida Max nel Giugno del 2021 ha compiuto questa traversatata in 13 ore in completa autonomia e in solitaria, dato il grande interesse mediatico e social che si è venuto a creare, ha organizzato la prima escursione guidata di 24 ore per vivere, insieme a escursionisti instancabili, lo stesso itinerario.

Visto l’entusiasmo dei partecipanti e le continue richieste di ripeterla, al fine di soddisfare gli amanti della montagna più esigenti e instancabili.

Il massimo della sfida: un’escursione di 24 ore!

apuan xtreme 24 logo

Un'altra sfida estrema

Concatenamento delle creste di Nattapiana, Garnerone, Grondilice, Contrario, Cavallo e calate su Cresta Botto in giornata.

Con l'amico di mille avventure Giacomo Tovani ho condiviso questo progetto la cui preparazione ci ha impegnato un po' tutta l'estate, soprattutto per capire se era realmente fattibile.

Abbiamo percepito che l'abbassamento delle temperature ci avrebbe dato un vantaggio e così è stato, tant'è che siamo partiti da Vinca alle ore 7 e alle 9:40 eravamo in vetta al Pizzo D'uccello, con la prima cresta fatta, è toccato poi alla Garnerone poi al Grondilice e dopo Contrario e Cavallo fatto integralmente con tanto di calate in doppia sulla Cresta Botto che ci hanno portato di fronte al bivacco Aronte per le 19:30, a quel punto le difficoltà erano finite ma non le fatiche, visto che siamo scesi fino a Resceto e con un'altra auto siamo tornati a Vinca a prendere l'altra auto lasciata la mattina. Una giornata super sul filo di cresta delle adorate Apuane.

Il racconto dei media e dei giornali locali

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